Qualcuno forse si ricorde l'apparizione di uno strano personaggio che suonava il pianoforte. Si chiamava Tony de Peltri ed è passato alla storia come il primo vero attore totalmente sintetico. Il lavoro era firmato da Daniel Langlois, allora artista al computer e in seguito fondatore di Softirnage, una delle prime grandi società di software acquisita di recente da Bill Gates. Fedele alla sua tradizione, dal suo storico studio di Montreal, Softimage ha fondato il dipartimento Visual Research diretto da Char Davies, un'artista di derivazione pittorica, approdata da poco all'universo digitale. Davies e la sua sua équipe sperimentano nuove strade espressive con la realtà virtuale e Osmose è l'ultimo progetto di questo tipo, esposto lo scorso anno al museo d'Arte Contemporanea di Montreal e successivamente a New York.

Un'interfaccia biologica.

Osmose é un ambiente virtuale immersivo e interattivo che utilizza la visione stereoscopica, il suono 3D, il casco D-Visor di Division e un'interfaccia basata non solo sul movimento del corpo ma anche sulla respirazione della persona. Un'imbragatura legata al petto dell'utente e prowista di sensori registra il ritmo del respiro, determinando la velocità del movimento, mentre la variazione di equilibrio del corpo imprime la direzione.

Un'interfaccia basata sulla nostra respirazione, oltre che sui nostri movimenti, ci introduce zin una natura poetica, fatta di leggerezze e trasparenze. E' Osmose, l°ultima realizzazione in realtà virtuale ideata.
da Char Davies per Softimage.
In Osmose, l'ambiente virtuale immersive realizzato dall'équipe dell'artista canadese Char Davies presso Softìmage, l'immersione parte da una griglia cartesiana, dovuta omaggio alla geometria che regge la teznologia della rappresentazione al computer.

Osmose colpisce soprattutto per la sua estetica molto diversa dagli approcci convenzionali di realtà virtuale. "Volevo realizzare qualcosa che fosse se diverso da una dimostrazione tecnica, qualcosa che avesse un cuore e un'anima", dichiara la curatrice del progetto. ln effetti il soggetto è la natura, ma l'intento è quello di evocarla, più che di rappresentarla. Tutte le immagini sono delicate, sfumate, trasparenti. Anzi, la trasparenza è il motivo ricorrente in Osmose; metafora dell'ambiguità spaziale ed esistenziale tra le figure e lo sfondo. Anche il suono in Osmose è molto importante. Ci sono voci non identificabili, ma molto suggestive. Composto appositamente per quest'opera, è tridimensionale, segue cioé il movimento dell'utente variando continuamente.






Osmose c'è un albero, posto nel mezzo di una radura. Intorno una foresta da attraversare, rimanendo tranquilli e seguendo le luri sullo sfondo.

In un sistema di rappresentazione di RV normalmente si passa bruscamente da un mondo all'altro. In Osmose si ha a che fare con passaggi morbidi, attraverso la visualizzazione di spazi intermedi, spazi di sospensione immateriale tra un mondo e l'altro. La maggior parte delle persone che hanno sperimentato Osmose, tendono a soffermarsi un po' più a lungo proprio in queste zone di passaggio. "Si guardano due mondi nello stesso tempo; è uno spazio molto ambiguo in cui il soggetto è anche oggetto della rappresentazione".

Una foresta di simboli.

Si parte immersi in una griglia cartesiana, poi si entra nell'ambiente centrale che rappresenta una radura nella foresta al cui centro è posto un albero. Si comincia a fluttuare nella rappresentazione; ci si puo muovere per tutta la rudura o, mentre si è sospesi nella zona intermedia, passare nella foresta labirintica che si ricrea incessentement. La foresta è chiaramente simbolica: il modo per uscirne è quello di seguire le particelle di luce che si intravedono nello sfondo e restare tranquilli.





La respirazione abbinata al movimento è quasi una tecnica di meditazione e crea una relazione profunda tra la persona e la tecnologica

Una foresta di simboli.

Un'immagine dell'albero al centro dell'ambiente virtuale di Osmose.

Si parte immersi in una griglia cartesiana, poi si entra nell'ambiente centrale che rappresenta una radura nella foresta al cui centro è posto un albero. Si comincia a fluttuare nella rappresentazione; ci si puo muovere per tutta la rudura o, mentre si è sospesi nella zona intermedia, passare nella foresta labirintica che si ricrea incessentement. La foresta è chiaramente simbolica: il modo per uscirne è quello di seguire le particelle di luce che si intravedono nello sfondo e restare tranquilli.

Se si guarda in basso nella radura, si va nel sottosuolo, si entra nell'abisso. Quello che scopriamo, precipitando in verticale, rapidi e leggeri, è la visualizzazione del software che é stato scritto per realizzare quest`opera: 30 mila linee di programma scritte appositamente per questo viaggio virtuale. Se si sale in alto invece, al di sopra della radura, si trovano nuvole e ancora oltre compare il mondo del testo con parole, frasi, citazioni letterarie sul tema della tecnologia, della natura e del corpo.

ll software e il codice scritto sono le parentesi che racchiudono questa opera virtuale e rappresentano i due poli, concettuale e tecnologico, intorno ai quali si sviluppa la ricerca artistica di Davies.

Osmose utilizza la visione stereoscopica, il suono 3-D, il casco e un'interfaccia basata non solo sul movimento del corpo ma anche sulla respirazione.

Tecnologica "Osmotica"

Per realizzare Osmose ci sono voluti vari mesi di studio e tre mesi effettivi di lavoro sulle macchine. Soltimage 3D è stato utilizzato per creare i modelli, le textures e l'animazione di Osmose. E' stato inoltre scritto appositamente un software per l'animazione real time, mentre tutto il lavoro è stato progettato per girare su workstation Onyx di Silicon Graphics Osmose e stato ideato e diretto da Char Davies; grafica elaborata da Georges Mauro, software di realtà virtuale scritto da John Harrison; musica composte da Rick Bidlack e il design del suono progettato da Dorota Blaszczak. La produzione è firmata Softimage.







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Last verified: September 19th 2013.